
06 Ott Donare con reciprocità è la giusta via
Donare con reciprocità non è da tutti
Donare è bello, l’ho capito in età piuttosto avanzata, quando è stato necessario reinventare me stesso e la mia vita.
Tuttavia donare senza reciprocità presenta il rischio di esaurire le nostre risorse.

Donare senza alcuna reciprocità è pericoloso
Ci sono persone che non sanno ricevere, danno tutto, ogni cosa: denaro, cibo, tempo, la propria casa, il proprio amore… la propria vita.
Immaginiamo i donatori, chi fa volontariato, come i soccorritori sulle ambulanze.
Tuttavia capita che queste persone crollino e da generose e aperte diventano più chiuse e riservate. Ergono muri, si isolano.
Non perché si siano stancate di dare senza ricevere nulla in cambio: si sono semplicemente esaurite. Probabilmente sono andate oltre i loro limiti facendo scattare quel (giusto) meccanismo di difesa che cerca di riempire i vuoti lasciati dal non aver ricevuto nulla.
Questo vale anche nelle relazioni di amore, amicizia e professionali. Donare con reciprocità garantisce di riempire il “serbatoio” emotivo o psicofisico che ci tiene in forma.
Donare con reciprocità è una questione di equilibrio.
Ho incontrato molte persone che ritengono che prendere sia un atto egoista. Donare tutto a ogni costo senza un equilibrio di reciprocità, le svuota esaurendone le riserve, compreso il minimo necessario per condurre una vita serena.
L’equilibrio sta nel considerare i bisogni degli altri senza negare i propri.
A volte noi stessi impediamo la reciprocità
Ci sono persone che non sono in grado di ricevere. In questo caso più che di donare io uso il termine sacrificarsi. Il sacrifico, nelle relazioni, è quando non c’è reale scambio fra le due persone. Ci si consuma a forza di ignorare le proprie necessità, nel frattempo si rischia di cadere in mano agli egoisti senza scrupoli. Quelli che divorano gli altri senza mai dare nulla in cambio e sfruttandoli fino allo sfinimento.
La reciprocità è un pilastro importante sul quale fondare una relazione sana: è questo che permette a entrambi, donatore e ricevente, di avere ciò di cui necessita.
Donare in maniera assoluta, senza alcuna reciprocità è altruismo compulsivo
Secondo lo psicologo John Amodeo autore del libro “Dancing with fire” ci sono cinque cause che sottendono l’altruismo compulsivo:
Difendere l’intimità: è la tendenza a nascondersi dietro alla generosità per evitare che l’altro instauri un rapporto più intimo con noi. Immagina una persona che ti vuole abbracciare mentre tu hai paura di aprirti: le colmerai le braccia di mille cose per tenerla impegnata ed evitare che si avvicini a te. È un mostrare tanto per nascondersi, un dare tanto per evitare di aprirsi e rischiare di perdere quel poco che si pensa di avere.
Mantenere il controllo: rifiutando la reciprocità, la relazione rimane sospesa. In questo caso il donare è un modo per avere il coltello dalla parte del manico, più che per vera generosità.

Paura di sentirsi in obbligo: Ha radici in un passato durante il quale si riceveva un complimento o premio esclusivamente dopo aver raggiunto un obiettivo. Si cresce pensando che si è amati dagli altri solo se si fa qualcosa per loro. Se invece ci ritroviamo nella posizione di ricevere, ci sentiamo in debito.
Considerare il ricevere come sintomo di egoismo: I condizionamenti religiosi e culturali mettono spesso in cattiva luce il ricevere a favore del dono quasi incondizionato andando a stigmatizzare il benessere e l’auto-realizzazione delle persone.
Non ricevere per evitare di contraccambiare: Capita quando si fatica a ricevere un complimento, un gesto gentile e si pensa che dietro questa gentilezza ci sia per forza un secondo fine; equiparando così il ruolo di ricevente a una posizione più scomoda, o peggio, debole.
Credo che la generosità sia una grande virtù, essenziale nutrimento per le relazioni umani. Come tutte le cose va dosata sapientemente basandola su sani principi. Se viene utilizzata come maschera per nascondere qualche disagio, richiesta di affetto o ferita infantile, diventa una condizione patologica che, a lungo andare, mina il tuo benessere.
Costruire comportamenti più funzionali al tuo benessere è un percorso di consapevolezza molto importante, con un counselor è più facile e veloce.
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