
29 Dic Reprimere le emozioni danneggia te stesso
Reprimere le emozioni non è salutare
Ci sono emozioni che non vogliamo provare, che cerchiamo di reprimere con vari stratagemmi come buttarsi nel lavoro, occuparsi degli altri, mangiare cibo spazzatura, bere alcolici, fare uso di droghe, evitare la solitudine… Nell’illusione di esercitare un controllo assoluto sulle emozioni.
Purtroppo il costo di un comportamento di questo tipo è alto, secondo uno studio diretto dalla Harvard School of Public Health e University of Rochester nel 2013. Le persone che reprimono le loro emozioni hanno statisticamente circa il 30% di probabilità in più di morire di morte prematura. Inoltre reprimere (o ignorare) le proprie emozioni porta a reazioni sulla breve durata sia sul piano mentale che sul piano fisico. Questo comportamento influenza negativamente la pressione del sangue, la memoria e l’autostima.
L’illusione di controllo (sia sul mondo interiore che su quello esterno) ci dà una falsa sicurezza, ma è appunto solo un’illusione che, sul piano emozionale, presenta un conto salato.
Le emozioni servono
Tutte le emozioni hanno un loro scopo per una vita equilibrata e consapevole. Reprimere le emozioni che non ti piace provare è una tendenza da contrastare.
Tipicamente quali sono le emozioni che cerchiamo di reprimere?
Rabbia
- Tristezza
- Frustrazione
- Paura
- Delusione
L’illusione della costante felicità (positività, gioia ecc) che viene troppo spesso spacciata per condizione essenziale a una vita di benessere è un obiettivo NON raggiungibile. Un obiettivo nemmeno auspicabile, dal momento che una quotidianità fatta di costante gioia annullerebbe la percezione di questa emozione.
Per prima cosa cambia la tua percezione delle emozioni così dette “negative”, comprendendone l’utilità.
Rabbia
La rabbia è l’emozione che scateniamo quando percepiamo un nostro diritto o desiderio violato (o il diritto di qualcuno che ci sta a cuore). Reprimere la rabbia può portare a scatti d’ira incontrollata, magari nel momento meno opportuno (sul lavoro oppure in famiglia). Portando ad azioni che possono avere serie ripercussioni sulla nostra vita.
Tristezza
La tristezza è la risposta naturale al dolore emotivo e psicologico. Ci consente di rallentare i ritmi della vita quotidiana e guardarci dentro, scoprendo cosa ci piace e che cosa è importante per noi. Assolutamente necessaria per aiutarci ad affrontare delusioni, lutti o sofferenza. Considerare l’evento scatenante, cosa è accaduto e che cosa dovremmo cambiare in futuro affinché non accada più. Oppure, se l’evento non è sotto il nostro controllo, accettarlo e comprendere (ancora una volta) che non possiamo controllare tutto.

Frustrazione
Legata alla delusione e al fastidio, la frustrazione si manifesta quando non riusciamo a raggiungere uno stato desiderato. Quando la realtà non corrisponde alle nostre aspettative. Ad esempio quando l’ultimo arrivato in ufficio ottiene la promozione che desideravamo, oppure quando il nostro abito nuovo si è macchiato… La frustrazione è utile (anzi fondamentale) per la crescita dell’individuo, in quanto presuppone l’apprendimento alla gestione del giudizio e del rifiuto altrui. L’accettazione di non poter ottenere sempre ciò che vogliamo e di non poter piacere a tutti è un importante gradino sulla scala della consapevolezza.
Paura
Indispensabile e funzionale all’evoluzione, la paura ci accompagna nelle grandi sfide della vita. Ogni volta che scegliamo di fare un’esperienza diversa o affrontare ciò che temiamo. Presuppone una preparazione, uno studio attento della situazione sconosciuta o inattesa che ci si presenta davanti e una sua accettazione. Ci costringe a fare i conti con le nostre risorse interiori e i nostri limiti, aiutandoci a conoscerci meglio.
Delusione
Il mancato superamento di un esame, la perdita di una competizione, un amico che tradisce i nostri segreti o, la principale di tutte le delusioni: quella amorosa. La delusione lascia spesso segni indelebile (a volte ci fa rinunciare a un sogno pur di non provarla più). Reprimere questa emozione ci priva della possibilità di riprendere in mano la nostra vita e imparare dagli errori passati. Riconsiderare eventuali aspettative troppo ambiziose o lavorare sulle nostre aree di miglioramento. Imparata la lezione, saremo pronti per tornare a focalizzarci su tutto ciò che amiamo, creando una nuova prospettiva di vita incentrata sui valori più importanti che caratterizzano la nostra esistenza.
Non reprimere le emozioni esprimile
Il modo migliore per gestire le emozioni è esprimerle. Comprendere quali eventi le scatenano e che tipo di pensieri facciamo intorno a essi. Ricordando che non sono gli eventi a scatenare le emozioni, ma il modo in cui rappresentiamo tali eventi. Altrimenti quasi otto miliardi di persone sulla Terra reagirebbero allo stesso modo rispetto al medesimo evento.
Sono convinto che conosci molte persone che se la prendono per cose che a te scivolano di dosso senza danno… e che conosci molte persone che si lasciano scivolare di dosso molte cose che a te danno parecchio da fare. Qual è la differenza? I pensieri e l’interpretazione che diamo rispetto a tali eventi.
Utilizza un modo assertivo per sfogarti. Le altre persone non conoscono il tuo mondo interiore finché non lo esprimi, spesso facciamo cose che feriscono gli altri senza rendercene conto. Invece, se conosci persone che ti feriscono appositamente, diluisci la loro frequentazione per quanto possibile.
Il percorso di gestione delle emozioni è uno dei più affascinanti da intraprendere. Ti permette di conoscerti nel profondo e avere una maggiore consapevolezza di te e dei tuoi valori. Con l’intervento di un counselor puoi percorrerlo in maniera più sicura ed efficace.
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