
06 Dic Capacità contesto, un binomio che decreta il valore
Capacità e contesto attenzione a entrambi
Capacità contesto, sono imprescindibili per portare valore!
Uno dei giochi da tavolo che preferisco è scarabeo. Adoro le parole, adoro scrivere ed ecco il gioco perfetto per me. Ho scoperto che nella versione italiana (francese, spagnola) del gioco, la lettera Z fa guadagnare 10 punti, mentre nella versione polacca soltanto uno. Questo perché nelle lingue latine è una consonante rara, mentre nella lingua polacca è molto più comune.
Stessa lettera, contesti diversi, valore diverso!
Il contesto e l’espressione delle capacità
Come per la lettera Z, ogni tua capacità (e quella di eventuali collaboratori) può esprimersi o meno in un determinato contesto. Nella mia formazione di counselor sistemico (cioè che vede la persona inserita nel suo sistema, influenzato e influenzante le dinamiche del sistema stesso) questo aspetto balza sempre all’occhio. Parlare e valutare le capacità di un collaboratore in senso assoluto può essere fuorviante. Analizzando il contesto si può comprendere come mai, quella determinata persona, non esprima tutto il valore che le sue capacità potrebbero darle.
Ad esempio: se hai una persona affidabile, prudente, che non corre rischi, che ripercorre le stesse strategie che hanno funzionato; metterlo nel reparto “ricerca e sviluppo” non è l’idea più brillante del mondo. Meglio starebbe a gestire un archivio o magazzino che già hanno dato prova di funzionare egregiamente. Oppure potrebbe occuparsi di sicurezza in azienda. Insomma cambiando il contesto puoi dare valore alla persona (e all’azienda).
Il valore di un buon vino non può certo esprimersi alla tavola di un astemio!
Il contesto e i diritti civili
Immagino tu abbia sentito parlare di Rosa Parks. La donna di colore che, il primo dicembre millenovecento cinquantacinque, a Montgomery rifiuta di alzarsi dal sedile del bus per far posto a un bianco, come prescriveva la legge del posto. La donna viene incriminata e arrestata… quella fu la svolta che diede il via alle lotte dei diritti civili americani, cambiando la storia di segregazione che coinvolgeva ancora molti stati americani.
Rosa non fu la prima passeggera afroamericana a finire in prigione per aver contestato le leggi di segregazione sui mezzi pubblici. Molte situazioni simili erano successe nei due decenni precedenti (Geneva Johnson, 1946, arrestata per aver contraddetto un conducente. Viola Wite e Katie Wingfield insieme a due bimbi, 1949, arrestati per non aver acconsentito a cambiare di posto. Nel 1952, proprio a Montgomery, un poliziotto uccise un afroamericano per mettere fine alla discussione con un conducente).
Eppure fu proprio il dissenso di Rosa Parks a innescare un terremoto sociale. Come mai?
Capacità che creano il contesto
Rosa aveva grandi capacità relazionali, sapeva farsi ben volere e si metteva a disposizione degli altri. Insomma una persona ben inserita nella comunità della cittadina, inserita in decine di reti sociali. Segretaria locale dell’associazione nazionale dei diritti delle persone di colore. Frequentava la chiesa metodista. Seguiva una organizzazione giovanile presso la chiesa luterana. Alternava il volontariato in un rifugio per senzatetto e un’associazione botanica. Inoltre, trovava il tempo di riunirsi con alcune amiche che facevano coperte per un ospedale della zona.
Quando Rosa fu arrestata, tutta la rete sociale che la conosceva (apprezzava, sosteneva) si attivò immediatamente. Dopo che i genitori ebbero reso pubblico il suo arresto, il presidente della NAACP locale riuscì a farle avere un avvocato bianco che pagò la cauzione, togliendola di cella la notte stessa. Proposero a Rosa di andare in tribunale e, nonostante la paura delle ripercussioni, lei accettò. La presidente di un influente gruppo di insegnanti prese a cuore la faccenda boicottando gli autobus. Sempre lei stampò copie di un volantino per denunciare quanto successo, li diede agl’insegnanti che li diedero a colleghi e alunni. In meno di ventiquattro ore le comunità più influenti di Montgomery si erano attivate.
Il contesto permise al coraggio di Rosa Parks di diventare la scintilla delle lotte per i diritti civili degli afroamericani.
Rifletti dove esprimere le tue capacità
Il caso di Rosa Parks, oltre a insegnarci che è sempre bene avere un network intorno a sé, ci mostra come, il contesto, ha dato valore alle sue azioni. Certo c’è voluto coraggio, determinazione, probabilmente un po’ di rabbia, ma altri prima di lei le avevano avute, senza ottenere lo stesso risultato.
Le esprimi?
Il contesto in cui sei inserito ti permette di esprimere le tue capacità?
Le sfide che la professione ti presenta ti consentono di esprimere le tue capacità?
E il sistema (relazionale) in cui agisci?
Ecco le domande utili da farti (o su cui riflettere rispetto a un collaboratore). Riflettiamo spessissimo sullo sviluppo delle capacità degl’individui (e va bene! Sono un grande tifoso dello sviluppo personale). Meno volte si riflette sul contesto, sui vincoli (più o meno evidenti) che pone e sulle possibilità (più o meno evidenti) che offre. Le capacità non sono preziose in senso assoluto, la loro importanza dipende dal contesto in cui sono inserite.
Se stai riflettendo sul tuo team e il contesto, forse puoi già fare qualcosa per dare più valore ai tuoi.

Dare il giusto valore alle persone e adattare il contesto al loro sviluppo è tra le più belle sfide della mia professione. Ognuno di noi non è un’isola. Chi più chi meno, siamo inseriti in un contesto che può, o meno, aiutarci a esprimere le nostre capacità e tirar fuori il valore che è in noi.
Un coach e counselor sistemico ti supporta nel costruire (sì costruire, plasmare, modellare) il contesto alle capacità del tuo team, o a riflettere sulle capacità dei tuoi e trovare il modo di valorizzarle. Per approfondire scrivimi QUI.
La consapevolezza ti renderà libero!
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