
15 Gen La crescita delle competenze, una forte leva motivazionale
La crescita delle competenze è un’interesse intergenerazionale
Il tema “caldo” di questo periodo è la capacità di costruire team eccellenti ed intergenerazionali che collaborino in maniera efficace e restino motivati nel tempo.
Ci sono diversi aspetti che contribuiscono ad attrarre, trattenere talenti in azienda e aiutarli a collaborare efficacemente. Certamente la crescita delle competenze (personali, professionali, relazionali) è uno di questi. Ci si aspetterebbe che siano esclusivamente le nuove generazioni a richiederlo, invece diversi studi dimostrano che anche i così detti Baby Boomer e i più senior della Generazione X sono interessati all’apprendimento continuo e alla crescita di competenze. Il pregiudizio che vede, in questi collaboratori, persone che sono ormai fuori dal mercato del lavoro, dalla necessità di crescita, dalla voglia di implementare le loro competenze, si è rivelato falso.

Programmi di crescita chiari e definiti
La prima strategia che consiglio ai miei clienti è costruire, definire e chiarire ai collaboratori, i diversi piani di crescita delle competenze. Che siano generazioni più giovani o senior, la possibilità di percepire reali programmi di crescita delle competenze è, di certo, una leva motivazionale importante. Se fra questi piani si inseriscono anche percorsi definiti di capacità relazionali, gestione emotiva, gestione dei conflitti, team working, si attivano risorse che aiutano la collaborazione dei team (nonché si aiuta il collaboratore a migliorare tutte le relazioni della sua vita).
C’è anche un aspetto psicologico in questa strategia. La definizione di piani di crescita delle competenze fa percepire, al collaboratore, che si trova in una organizzazione che tiene alla sua crescita, che auspica un miglioramento delle sue competenze e vuole che tali competenze siano al passo con le esigenze del mercato odierno. Un processo virtuoso che accresce la fidelizzazione, la motivazione e il senso di appartenenza.
Crescita di competenze verticali, upskilling
Con il termine “competenze verticali” intendiamo la capacità di migliorare, sviluppare e riqualificare le competenze del collaboratore, facendogli fare un upgrade delle sue competenze, l’esempio più facile è quello dell’ambito digitale, dove è fondamentale essere sempre aggiornati. Ma vale per tutti gli ambii professionali. Pensa alla leadership o alla vendita. Chi può esercitare una leadership efficace utilizzando tecniche e strategia dei trenta o quarant’anni fa? Discorso analogo per i venditori. C’è ancora qualcuno che usa tecniche di vendita di decine di anni fa?
Potrei fare lo stesso esempio con la formazione. Le neuroscienze hanno svelato importanti meccanismi di apprendimento che hanno modificato (o avrebbero dovuto modificare) il modo di porsi del docente di fronte all’aula.
Con la crescita di competenze verticale (upskilling), il collaboratore, è in grado di svolgere in modo ancora più efficiente le proprie attività lavorative e, di conseguenza, portarsi più vicino a un avanzamento di carriera. Il collaboratore si sente più apprezzato e motivato. Inoltre una mirata strategia di upskilling permette all’azienda di rimanere sempre competitiva sul mercato.
Crescita di competenze orizzontali, reskilling
Con “competenze orizzontali” intendiamo la possibilità per un collaboratore di acquisire nuove conoscenze e competenze necessarie per svolgere una nuova mansione lavorativa. Un ruolo diverso rispetto a quello che ricopre attualmente. Questa strategia permette all’azienda di non assumere nuovo personale e di affrontare la carenza di competenze all’interno dell’impresa, utilizzando le risorse già presenti in azienda.
Esigenza fortemente sentita dalle nuove generazioni, probabilmente conseguenza della volatilità del mercato. Se quaranta anni fa si entrava e usciva dal mondo del lavoro restando nel proprio ambito per tutta la vita professionale; adesso è molto probabile iniziare la carriera in un ambito e finire ricoprendo un ruolo diverso.
Questo tipo di crescita di competenze mantiene la tua azienda sempre competitiva sul mercato: grazie al reskilling i dipendenti della tua impresa hanno infatti competenze sempre aggiornate e diversificate.
Inoltre, il reskilling può aiutare a stimolare i tuoi collaboratori ad acquisire nuove competenze professionali in settori nuovi per loro. Avere l’opportunità di provare una nuova mansione può infatti rappresentare un interessante momento di crescita per i dipendenti, soprattutto per quelli più giovani. Inoltre, una mirata strategia di reskilling permette di creare una forza lavoro che sia pronta ad affrontare qualsiasi cambiamento.
Il supporto di un counselor e coach
In questi ambiti, il supporto di un professionista come counselor e mental coach, permette di seguire il dipendente (o il team) nel suo percorso di crescita delle competenze. Un professionista che supporta il management nella gestione del cambiamento e della cresciuta. Un professionista che adatta il percorso alle abilità e limiti del collaboratore.
Un’altra strategia molto efficace è strutturare uno “sportello di ascolto” in azienda, a cui i collaboratori possono rivolgersi per valutare come e quale crescita di competenze sia più adatta alle loro ambizioni e obiettivi. Lo “sportello di ascolto” è molto più efficace di una formazione una tantum.

Le aziende che sanno motivare i propri collaboratori, insegnandogli a relazionarsi in maniera virtuosa e superando i pregiudizi intergenerazionali, sono quelle che hanno più probabilità di prosperare nel mercato moderno.
Con il supporto di un counselor e mental coach puoi costruire un percorso di crescita delle competenze dei tuoi collaboratori, efficace e mirato alla persona.
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