La leadership in smart working - Umberto Maggesi Consulente
20988
wp-singular,post-template-default,single,single-post,postid-20988,single-format-standard,wp-theme-bridge,bridge-core-2.0.9,cookies-not-set,qode-quick-links-1.0,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-theme-ver-19.6,qode-theme-bridge,wpb-js-composer js-comp-ver-6.1,vc_responsive
 

La leadership in smart working

leadership smart working

La leadership in smart working

La leadership in smart working, una questione di preparazione

In questi mesi si sta assistendo a un cambio di rotta di grandi aziende (Amazon, Unipol, Wipro) sul tema dello smart working. Spesso è definito poco efficace e un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi aziendali.

È proprio vero?

Non ho idea di cosa abbia indotto questi grandi a un cambio di rotta, ma conosco diverse realtà in cui lo smart working funziona e dà più dei risultati sperati. Spesso, oltre a puntare sui collaboratori, queste aziende hanno implementato le abilità di leadership dei propri manager per prepararli a lavorare con team in remoto.

Smart Working e leadership emotiva

Un aspetto rilevante emerso in questi anni è l’impatto dello smart working sull’emotività del lavoratore (e di conseguenza con le sue performance). Il senso di solitudine davanti ai problemi quotidiani. Una emotività poco funzionale che prende il sopravvento. Un dialogo interno sempre più sfiduciato che radica credenze depotenzianti. La mancanza di un confronto diretto e veloce con colleghi empatici e più motivati, che potrebbero aiutare il collega a rivedere le proprie credenze e focalizzarsi sulle risorse.

Un buon leader deve tenere in conto questo aspetto, promuovendo momenti d’incontro (in team o one to one) dove confrontarsi con i collaboratori sul piano emotivo, utilizzando grandi abilità comunicative e un ascolto attivo non giudicante. Se necessario introdurre uno sportello di counseling dove, un professionista preparato, può supportarlo in questi delicati momenti.

Leadership aggregante

Altra sfida per i manager con team in remoto è mantenere il senso di appartenenza. Far sentire tutti membri attivi del team incrementa l’impegno e la motivazione a superare le sfide. Una mission ben condivisa e sfidante è un’ottimo punto di partenza. Aiuta a sentirsi parte di un grande progetto e da un senso più preciso al lavoro quotidiano. In tempi di crisi contribuisce ad avere una destinazione certa, anche se è stato necessario qualche cambio di rotta per gestire l’immediato. Pacifica l’incertezza del futuro, dando un direzione a tutto il team.

Anche definire valori comuni è un forte aggregante. Noi tutti amiamo stare con persone che hanno valori simili ai nostri. Valori (veramente vissuti) aggregano e danno senso all’impegno quotidiano, aiutando i collaboratori a superare i momenti più difficili, se non con un sorriso, con un forte senso di responsabilità.

Altra strategia aggregante è festeggiare i piccoli grandi successi. Trovate un modo tutto vostro di festeggiare i piccoli e grandi successi sul percorso. Momenti in cui ci si immerge in un clima entusiasta e fiducioso per il futuro.

Da cosa fai a cosa ottieni

Il più grande cambio di paradigma è passare dalla leadership di controllo (cosa hai fatto oggi/questa settimana?) a quella di gestione degli obiettivi (cosa si riuscito a ottenere oggi/questa settimana). Definire insieme al collaboratore gli obiettivi, la frequenza e le modalità di controllo aumenta la percezione di fiducia. Il manager non sarà costretto a controllare cosa fa il collaboratore (magari quotidianamente), ma potrà concentrarsi sul raggiungimento degli obiettivi e, nel caso, sul reindirizzamento opportuno.

Leadership, smart working, i giusti collaboratori

Lo smar working non è per tutti. Credo fortemente che le persone possano cambiare e apprendere nuove modalità in ogni ambito. Bisogna decidere quanto tempo ed energia vogliamo dedicare al collaboratore. Chi in azienda è abituato a essere reattivo, con un capo sempre attaccato alla spalla che controlla tutto, che gli da le priorità e i tempi, che non ha mai avuto un minimo di autonomia, non sarà un ottimo smart worker. Non è questione di persona, semplicemente di come è stato abituato a lavorare. Prendere un collaboratore di questo tipo e mandarlo a lavorare a casa da un giorno all’altro (come è successo in lock down) è una strada che, molto probabilmente, porterà al disastro.

In caso di estrema emergenza, se non è possibile formarlo prima, dovrà essere seguito per le prime settimane molto da vicino, aiutandolo a lavorare per obiettivi, misurare la propria performance, gestire il tempo e gli spazi di lavoro.

Sicuramente il fondamento per lavorare in remoto è la fiducia, insieme alla disponibilità di cedere un po’ di controllo dai manager ai collaboratori. Non ci sono ricette uniche.

Con il supporto di un counselor  e mental coach puoi preparare efficacemente i tuoi leader alle sfide dello smart working, costruendo un percorso su misura che tenga conto delle loro abilità e delle aree di miglioramento. Al contempo puoi formare i team su strategie efficaci di collaborazione a distanza e autovalutazione della propria performance. Nel mio corso Gestire e Misurare la Performance di un Team in Remoto ti insegno a implementare questi e altri aspetti nella relazione professionale a distanza.

Per maggiori informazioni contattami QUI 

La consapevolezza ti renderà libero!

 

Iscriviti alla community UmbertoMCoach, fatta di persone stanno costruendo un Mondo migliore dove ognuno può manifestare e incrementare liberamente i suoi talenti, vivendo una Vita più felice e consapevole.



Risorse per te

Entra nella community, coltiva e potenzia i tuoi talenti

Riceverai Immediatamente

lo strumento di valutazione delle aree più importanti della tua VITA





* Facendo clic su “Desidero iscrivermi”, accetti la nostra politica di privacy. Se cambi idea, puoi annullare l'iscrizione facendo clic sul link che trovi nella parte inferiore della newsletter.

La leadership in smart working

by Umberto Maggesi Tempo di lettura: 4 min