
02 Apr Emarginare marginalizzare, due facce dello stesso problema
Ti sei mai sentito escluso in un ambito della tua vita?
Emarginare o marginalizzare sono due aspetti dello stesso problema che riscontro spesso nelle aziende con cui collaboro. Soprattutto quando si lavora per creare un ambiente attrattivo per i talenti (qualunque cosa tu intenda con questa parola) o ci si sforza di costruire un team che possa mettere in campo tutte le competenze di cui dispone.
Tutti vogliono fare squadra… a parole
“Fare squadra”, “costruire un team”, “valorizzare le risorse dei collaboratori”, e frasi di questo tipo, corrono veloci sulle bocche di manager e dirigenti. Sappiamo che il contributo di tutti è importante, che l’idea vincente può arrivare dal più inaspettato dei membri della squadra, che la proposta vincente si costruisce analizzando le proposte di tutti. Lo sappiamo, ma troppo spesso queste restano solo vuote parole. Emarginare o marginalizzare i collaboratori è una pratica (magari inconsapevole) ancora troppo diffusa.

Emarginare marginalizzare, una questione di abitudine
Dicevo che, l’emarginare o marginalizzare, uno o più collaboratori può essere una pratica inconsapevole. Schiavi delle nostre abitudini, potremmo aver cristallizzato strategie rigide per analizzare un problema, prendere una decisione, ascoltare o meno le proposte (o critiche) di un collaboratore, dare (o non dare) autonomia e delega seguendo i nostri (pre)giudizi. Su questi aspetti un po’ di consapevolezza può fare la differenza.
Se emarginare o marginalizzare, sono pratiche consapevoli, dirette a una o più persone specifiche… che dire… vi state consapevolmente perdendo la possibilità di analizzare la questione da più punti di vista.
Una importante differenza
Sebbene, in molti vocabolari, emarginare e marginalizzare siano indicati come sinonimi, non sono proprio la stessa cosa.
Emarginare, significa escludere, isolare. Organizziamo una riunione e tu NON sei invitato. Il team si occupa di un progetto e tu NON partecipi.
Marginalizzare, significa mettere a margine. Organizziamo una riunione, vieni invitato, ma le tue proposte (critiche) NON vengono ascoltate. Il team si occupa di un progetto, partecipi anche tu… e ti troverai a fare le fotocopie o ritagliare le immagini per la presentazione.

Un modo veloce per buttar via risorse e idee preziose
Emarginare è più palese. Marginalizzare più sottile e insidioso. In ogni caso entrambe riducono in cenere eventuali proposte e idee. Al giorno d’oggi, vista la complessità delle situazioni che dobbiamo affrontare, avere più punti di vista su una questione è importante. Anche le critiche e gli eventuali scenari problematici, sono preziosi contributi che aiutano a non andare a sbattere contro i muri.
Oltre a questo, se vuoi ottenere un team coeso e collaborativo, devi far percepire (e non solo a parole) che tutti sono importanti e i loro contributi sono presi in seria considerazione (naturalmente conoscenza dell’argomento ed esperienza sono fattori che influiscono). Se non permetti, anche al più inesperto, di esternare critiche e proposte, come fai a renderti conto del suo livello di maturità e conoscenza della situazione?
Costruire team coesi e collaborativi non è semplice, chi c’è riuscito ha ottenuto grandissimi risultati e preparato efficacemente la propria azienda a rispondere alle sfide del mercato moderno.
Con il supporto di un counselor e mental coach imparerai strategie efficaci per coinvolgere e motivare i tuoi collaboratori, mentre rinforzi il senso di appartenenza e la forza del team.
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