L'igiene emozionale un'ottima abitudine da praticare quotidianamente - Umberto Maggesi Consulente
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L’igiene emozionale un’ottima abitudine da praticare quotidianamente

Igiene emozionale

L’igiene emozionale un’ottima abitudine da praticare quotidianamente

L’igiene emozionale troppo sottovalutata

Igiene emozionaleL’ottimo libro di Guy Winch, mi ha dato l’opportunità, di fare mio un concetto che ritengo molto utile per tutte le persone che vogliono godere di una vita felice e appagante.

il concetto di Igiene Emozionale

tutti conosciamo l’importanza dell’igiene personale e della sicurezza personale. Ai bambini insegniamo a lavarsi i denti più volte al giorno, a lavarsi le mani prima di mangiare, a fare attenzione agli oggetti pericolosi, disinfettare le ferite e mettersi un cerotto.

Invece, non è un’abitudine, quella che l’autore chiama Igiene Emozionale, cioè quelle strategie per curare le ferite psicologiche. Difendersi da solitudine, fallimento, rifiuto ecc. Che se non curate nel breve tempo, possono provocare danni sempre più grandi.

L’igiene emozionale per vivere di più e meglio

Studi hanno dimostrato che la solitudine ha conseguenze dirette sulla salute. La solitudine cronica può aumentare il rischio di morte precoce del 14% (come le sigarette) innalzando il livello di colesterolo nel corpo e la pressione sanguigna, compromettendo la funzionalità del sistema immunitario. L’incapacità di gestire il fallimento (che è componente inscindibile del successo) causa e incrementa frustrazione, abbassa l’autostima e ci rende meno capaci di perseguire i nostri obiettivi. Anche il rifiuto è una ferita molto profonda e difficile da chiudere. I pensieri cominciano a vagare sulle nostre colpe, sui nostri difetti, in un circolo vizioso che li ingigantisce a sproposito.

Alla lunga i pensieri si chiudono esclusivamente sullo stato emotivo che ci fa stare male. Curioso questo processo, ti capita mai di avere una ferita fisica e martoriarla continuamente tenendola aperta?

Ritengo di no. Sai fin da quando eri bambino che, una ferita, si disinfetta e si copre con un cerotto. Che una storta alla caviglia si cura con ghiaccio e riposo.

Per quale motivo l’igiene emozionale non è insegnata fin dai primi anni di vita?

igiene emozionale

L’igiene emozionale come stile di vita

Abituarsi a praticarla fin dai primi anni di vita, insegnarla ai tuoi figli, sarebbe un’ottima cosa. Fortunatamente è qualcosa che si può apprendere anche in età adulta. Cambia qualche abitudine e il modo di pensare a determinati eventi.

Riconosci le emozioni che stai vivendo

La consapevolezza senza giudizio è essenziale per questo processo. Fermati dalle corse quotidiane, pochi momenti, ma ogni giorno. Trova uno spazio e del tempo solo per te dove esercitare la presenza nel qui e ora, lasciare spazio all’ascolto interiore.

Consapevolizza e apprezza le tue qualità

Elenca almeno 5 punti forti che senti di possedere (se ritieni di non averne, chiedi ai tuoi amici, sarai stupito di quanto bene pensano di te). Per ogni punto scrivi perché è importante quella particolare qualità, come può aiutarti nella vita di tutti i giorni, come ti ha aiutato in passato e cosa potrà fare per te nel futuro.

Ricorda che l’autostima si costruisce

Molti pensano che l’autostima o ce l’hai alla nascita o non ce l’hai. Nulla di più sbagliato. Pensa a cosa, nella tua vita, ti fa sentire importante (realizzato, fiero di te), anche le piccole cose. Ecco i comportamenti su cui concentrarti, a cui dedicare tutte le tue energie.

L’igiene emozionale non prevede il “ruminamento”

Lascia perdere il continuo circolo vizioso dei pensieri negativi, quella spirale che ti porta e riporta ad affondare in uno stato emotivo disastroso… Lo so non è facile… quando avverti il “ruminamento” fai qualcosa, intendo qualsiasi cosa: una passeggiata, chiama un amico, un impegno in cui mettere la testa.

due minuti di azione sono sufficienti per interrompere l’innesco di pensieri negativi.

L’igiene emozionale parla dolcemente.

Può succedere che in momenti in cui ti senti solo, oppure quando sei rifiutato o hai fallito in una o più aree della tua vita, ti parli in maniera brutale. “Non vali niente”, “Nessuno ti vuole perché sei brutto (grasso, basso…)”, “Il tuo destino è stare da solo”, “Sei una pessima persona”.

Se avessi un amico nella medesima situazione gli parleresti allo stesso modo?

Ritengo proprio di no.

Allora ti esorto a parlarti esattamente come faresti con un caro amico, mettendoci tutta la cura e l’empatia che proveresti per lui. Un ottimo esercizio è scrivere una lettera a un amico (reale o immaginario) che si trovi in quella situazione. Quali parole useresti? Come lo aiuteresti a trovare una via di uscita?

Ecco quella lettera la puoi rileggere ogni volta che ne avrai bisogno.

 

Siamo tutte persone meravigliosamente diverse, per valutare un percorso di coaching su misura per te scrivimi, senza alcun impegno, qui.



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L’igiene emozionale un’ottima abitudine da praticare quotidianamente

by Umberto Maggesi Tempo di lettura: 3 min