
15 Set Fare a modo mio è meglio…?
A modo mio è meglio… davvero?
Il modo che abbiamo di fare le cose deriva da schemi comportamentali appresi nel tempo. Routine che hanno funzionato e con cui ci troviamo confidenti. Strategie apprese dalle figure di riferimento e replicate pedissequamente, magari anche in situazioni dove non funzionano tanto bene.
il modo che hai di vestirti
come affronti una persona impegnativa
la tua organizzazione sul lavoro
la tua reazione a un imprevisto
i criteri che hai per scegliere un partner
come ami
il modo che hai di far sentire una persona speciale
A modo mio… è soltanto un’abitudine che ci illude di avere il controllo.
A modo mio nella vita di coppia
Ce ne accorgiamo nella vita privata, quando il/la partner ha modi diversi di cucinare, ordinare gli armadi, scegliere gli amici, passare il tempo libero…
L’altra persona ha l’idea che il giusto modo sia il suo. Trova strano tutto ciò che è diverso dalle proprie routine. Tipicamente, chi ha il caratteri più forte, prevale e si fa a modo suo. Questo crea disagio nell’altra persona e abbassa l’autostima. È corretto arrivare a compromessi, ma non è sano per la coppia che si faccia sempre e unicamente come comanda il o la più forte.
A modo mio nella vita professionale
Un’altra area dove, fare le cose a modo mio, può creare problemi è la vita professionale, soprattutto per chi lavora in team. Ma anche nel rapporto capo sottoposto e nella delega.
La tentazione di correggere il collaboratore, stimolarlo a fare come si è sempre fatto (cioè com’è abituato il capo) è grande. Questo modo di fare non garantisce un migliore risultato, certamente non aiuta a motivare il collaboratore e costruire la sua proattività. Restare attaccati alla procedura (fatti salvi quei settori dove è necessario per la natura del lavoro) crea collaboratori poco entusiasti, spegne la creatività e impedisce di costruire la propria autonomia.

Come capire cosa è giusto?
Per prima cosa è necessario consapevolizzare che non esiste un giusto e sbagliato. I modi di fare, gli schemi appresi, le routine sono personali e, tendenzialmente, costruite in un contesto che funziona (o funzionava).
Il cambiamento è più difficile della routine (ne parlo in questo articolo), ma la capacità di cambiare e accettare modi diversi di fare le cose apre molte strade.
Il giudice può essere solo uno: l’obiettivo.
Nella vita professionale è più facile, l’obiettivo dell’azienda e del team è chiaro (o dovrebbe esserlo). Se il modo di fare di un collaboratore aiuta a raggiungerlo, magari più facilmente e con meno impiego di tempo ed energie… allora è il modo giusto.
Nella vita personale è un po’ più sfuggevole. Tuttavia abbiamo obiettivi anche lì. Potrebbe essere banalmente la serenità della coppia o la sicurezza della famiglia… consapevolizzare dove stiamo andando con i comportamenti che agiamo è fondamentale per un sereno confronto. La capacità di cambiare una routine e vedere cosa succede un modo utile per ampliare la mappa mentale del mondo.
Non è semplice cambiare schemi mentali consolidati, ma è importante per aumentare la tua flessibilità e la capacità di reagire ai cambiamenti (e la Vita è esperta nel cambiare le carte in tavola) con l’aiuto di un mental coach puoi rivedere e consapevolizzare le tue strategie disfunzionali e trovarne di migliori, per rendere la tua vita personale e professionale più leggera.
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