Ottimista realista, quale è meglio? - Umberto Maggesi Consulente
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Ottimista realista, quale è meglio?

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Ottimista realista, quale è meglio?

Ottimista realista, che atteggiamento scegliere?

Ottimista realista sono due facce della stessa medaglia, o potremmo dire tre lati dello stesso triangolo se ci mettiamo anche pessimista.

Chiarisco subito ciò che intendo per ottimista in questo articolo: quella persona, risultato di un certo atteggiamento che va per la maggiore oggi, che è schiava del pensiero positivo, della fiducia incondizionata nel futuro… nella gente… nella incrollabile ineluttabilità di un destino grandioso e meraviglioso che… basta solo volere!

In altri articoli che puoi leggere qui e qui, ho chiarito cosa penso del pensiero positivo e di quell’atteggiamento che sgombra il campo da dubbi, crisi, tristezza e una lieve (e costruttiva) ansia per il futuro. Quasi che non essere sempre completamente (ineluttabilmente) ottimista sia una malattia.

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Anche il pessimista ha una sua funzione

Insieme alla parte ottimista e realista tutti abbiamo (che ci piaccia o no) una parte pessimista (che possiamo scegliere di ascoltare o soffocare) che porta dubbi sul futuro, sulle nostre capacità e competenze, che analizza e si focalizza sui problemi. Una abilità evolutivamente importante che ha permesso ai nostri antenati di lasciare il loro corredo genetico. In un ambiente ferocemente competitivo come quello in cui vivevano i nostri progenitori, l’ottimista e fiducioso (che passeggiava allegramente per la savana) è stato probabilmente sbranato da un predatore molto prima di generare una prole.

Per questo, quando hai un impegno importante e sfidante, il tuo cervello comincia a disegnare scenari più o meno catastrofici e attenti a ciò che potrebbe capitare di brutto.

L’ottimista sovrastima

L’atteggiamento ottimista tende a sovrastimare le proprie capacità e possibilità di riuscita, ignorando gli ostacoli (soprattutto interni) che potrebbero minare il raggiungimento di un obiettivo. Se poi ci mettiamo la cultura del pensiero positivo fin troppo sbandierata da pseudocoach da palcoscenico e guru dell’ottimista tout court che ti garantisce che… basta pensarlo e puoi realizzarlo! Ecco che si disegna uno scenario davvero poco utile a motivarti e prepararti ad affrontare le sfide e gl’inevitabili problemi del percorso.

Ricerche e studi dimostrano scientificamente che il pensiero positivo NON aiuta

Gabriele OettigenIn questo articolo devo molto agli studi di Gabriele Oettigen (insegnante di psicologia alla New York University e a quella di Amburgo) che, per prima, ha criticato l’atteggiamento di un ottimismo esagerato e della cultura del pensiero positivo e delle visualizzazioni (sponsorizzate dagli pseudocoach e guru di cui sopra) che, al contrario di quanto molti (troppi) insegnano, NON aiutano il raggiungimento di un obiettivo, ma anzi tolgono motivazione e impegno.

L’inganno che il cervello subisce durante queste visualizzazioni è percepire di aver già raggiunto l’obiettivo, abbassare l’aspettativa di impegno (e sacrificio), sottostimare gli ostacoli, soprattutto interiori, che mineranno il percorso. Per gli studi su questo aspetto ti rimando al lavoro della professoressa Oettigen.

La giusta ricetta

ottimista realista bilanciareUn sano realismo condito da fasi di ottimismo e pessimismo è la ricetta ideale per definire obiettivi, ostacoli e strategie.

Molti miei clienti mi chiedono se è meglio stendere il piano di azione in un momento di buon umore, fiducia… ottimismo. Oppure in un momento di pessimo umore, preoccupazione… pessimismo? Rispondo… entrambi.

Nel primo caso sai che sottostimerai i problemi e le difficoltà, di contro avrai una visione “possibilista” del tuo obiettivo. Nel secondo caso il tuo focus sarà su problemi e difficoltà e il traguardo ti parrà più lontano e difficilmente raggiungibile.

Conoscendo questi aspetti potrai normalizzare il tuo progetto.

Ottimista realista pessimista, la strategie WOOP

Dal lavoro della professoressa Oettigen sintetizzo per te la strategia che (studi e ricerche alla mano) ha dato migliori risultati e che utilizzo spesso con i miei clienti.

W (Wish) Desiderio – Pensa a qualcosa che nella tua vita vuoi ottenere, un obiettivo arduo, ma che ritieni possibile raggiungere in un preciso lasso di tempo.

O (Outcome) Risultato – Qual è il risultato migliore che associ alla realizzazione del desidero (o alla risoluzione della preoccupazione)? Cosa succederà nella tua vita (personale o professionale) quando avrai realizzato il desiderio. Immaginalo nel modo più vivido possibile.

O (Obstacles) Ostacolo – Quali ostacoli interiori si potrebbero frapporre? Cosa c’è dentro di te che ti trattiene? Cosa è veramente? Quali tuoi pensieri, tuoi comportamenti giocano un ruolo decisivo? Quali abitudini e pregiudizi? Immaginali vividamente, calati nella situazione. Importantissimo che ti focalizzi su ostacoli interiori. Ad esempio: voglio andare a lavorare in Inghilterra > ostacolo: Non conosco l’inglese > come mai? non ho tempo di studiarlo > come mai? tutte le sere mi metto davanti alla TV. Ecco che “metterti davanti alla TV” è il tuo ostacolo su cui puoi fare qualcosa.

P (Plan) Piano – Cosa puoi fare per superare o aggirare l’ostacolo? Definisci precisamente un pensiero o un’azione da intraprendere quando l’ostacolo si presenterà. L’azione o il pensiero più efficaci e tienili a mente (o scrivili). Poi pensa precisamente dove e quando si presenterà l’ostacolo e struttura una risposta del tipo se succede questo > allora io farò/penserò questo. Riprendendo l’esempio di cui sopra: L’ostacolo si presenta la sera, accendo la TV e  mi metto a guardarla fino ad andare a letto > piano: se accendo la tv allora imposterò un timer di mezz’ora, quando il timer suonerà spegnerò la TV e studierò inglese per un’ora.

ottimista realista prepararsi

Il realista si prepara

Diversi studi condotti dalla professoressa Oettigen e il suo staff, hanno dimostrato che preparare un piano per gestire gli ostacoli facilita il raggiungimento dell’obiettivo, aumenta la motivazione e la resilienza durante il percorso.

Potrebbe accadere anche che scoprirai che, quel particolare traguardo, non fa per te,  non è così interessante da dover fare tutti i sacrifici che richiede… va benissimo così. Hai una sola vita, concentrati sugli obiettivi davvero importanti per te.

In ogni percorso di cambiamento iniziare con l’aiuto di un counselor (coach) rende più facile e veloce il percorso.

Per approfondimenti o prenotare un colloquio puoi scrivermi qui.

 

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Ottimista realista, quale è meglio?

by Umberto Maggesi Tempo di lettura: 5 min