
08 Mar Violenza domestica, che scuse preferisci?
Nella violenza domestica le scuse sono il pericolo più grande
In questo 8 marzo voglio tornare a parlare di violenza domestica. Lo faccio occupandomi di quello che è il mio campo e cioè la comunicazione.
In particolare la comunicazione con te stessa. Quei pensieri, quella narrazione, le idee ricorrenti che continui a dirti… magari a giustificazione del tuo partner.
Il dialogo interno definisce come vedi il mondo. Chi si occupa di contrastare la violenza sulle donne ha identificato una prima fase di negazione: le donne negherebbero agli altri, e prima ancora a sé stesse, di essere vittime di violenza, giustificando il comportamento del partner con scuse.
Le scuse tipiche per negare la violenza domestica
“Lui è stressato sul lavoro”
“Sta vivendo un momento brutto”
“È colpa mia che non ho cucinato (pulito, sistemato, accolto con gioia…)”
“È perché ha bevuto”
“In fin dei conti è stato solo uno schiaffo”
“Lo faccio per mia/o figlia/o”
Cambia o metti in discussione il tuo dialogo interno
La miglior cosa che puoi fare è parlarne con un’amica o, ancor meglio, rivolgerti a un centro antiviolenza. Se non ti senti ancora pronta, indaga attentamente i tuoi pensieri ponendoti domande che arricchiscano la prospettiva. Riferendomi alle scuse di cui sopra:
“Tutti gli uomini che conosco, quando sono stressati dal lavoro (o stanno vivendo un brutto momento), agiscono violenza?” “Dal momento che ci sono molti uomini che non lo fanno, la questione riguarda lo stress o il mio partner?”
“Quindi la reazione corretta a una mia mancanza è la violenza?” “Quindi sono disposta e accetto di subire violenza per ogni sciocchezza?” Mi rendo conto che il termine accettare è un po’ forte in questa situazione, ma se non dici nulla, non agisci nulla e trovi scuse per lui, di fatto stai accettando la situazione!
Fatto salvo che agire violenza anche da ubriachi non è corretto, ubriacarsi è una sua scelta deliberata. “Cosa sta facendo per evitare di ubriacarsi?” “Quali reali comportamenti il mio partner sta modificando per cambiare la situazione?”
“Prima di quello schiaffo cosa è successo?” Probabilmente ricorderai urla e rabbia, magari pugni al muro o ai mobili, lancio di oggetti… ecco non è “solo uno schiaffo” è il passo successivo alla violenza. “Cosa potrà succedere dopo?”
“L’ambiente in cui sta crescendo mia/o figlia/o è davvero il meglio che posso offrirgli?” “Quando sognavo un figlio, che tipo di ambiente avrei voluto dargli?

Scrivi le tue scuse, i tuoi pensieri, la narrazione
La scrittura è un ottimo modo per aiutarti a uscire dal tuo dialogo interno (torno a ribadire che il meglio è un sano confronto con una persona di cui ti fidi o un/a professionista), per osservare in maniera distaccata i tuoi pensieri. Per cambiare la narrazione dei fatti.
Utilizza tute le domande aperte che ti vengono in mente per mettere in discussione questi pensieri. Osserva intorno a te e ascolta le esperienze di altre donne, lascia che esperienze differenti mettano in discussione le tue scuse. Non è necessario, se non lo vuoi, parlare di violenza domestica.
Quello che intendo è fare in modo che la narrazione di altre donne irrompa nella tua mente come acqua fresca, si scontri con le tue credenze, in modo da trovare spazio per una narrazione alternativa.

Le strategie che ti ho proposto non sono semplici. Il confronto con un professionista, ad esempio un counselor è un grande facilitatore per cambiare dialogo interno, credenze e permetterti di vedere nuove prospettive.
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