
16 Lug Novak Djokovic campione… mentale
con la vittoria di Novak Djokovic si è conclusa la finale più lunga di tutti i tempi
Wimbledon 2019 sarà certamente ricordata per la lunga, sofferta, finale fra Novak Djokovic e Roger Federer. 4 ore e 57 minuti è il nuovo record di durata a Wimbledon.
Novak Djokovic porta a casa il titolo mondiale, senza dimenticare di aver giocato con “uno dei più grandi di tutti i tempi!” Belle queste parole che mostrano come lo sport aiuti a rispettare il valore dell’avversario, anche se, come dice lo stesso campione del Mondo, “alla fine qualcuno deve pur perdere“.
Novak Djokovic ha messo in campo tutte le abilità
Sulla tecnica è scontato che un campione sia allenato e pronto, vorrei soffermarmi sulle dichiarazioni di Novak dopo la partita:
Come si è adattato, Nole, a una situazione in cui il pubblico era tutto dalla parte del suo avversario? “Sapevo che dovevo cercare di stare calmo e controllare le mie emozioni, sapevo come sarebbe stato l’ambiente visto che giocavo contro Roger, me l’ero immaginato prima nella mia testa, l’avevo visualizzato in anticipo. Sapevo anche come avrebbe reagito il pubblico. Avere gli spettatori dalla tua parte aiuta, ma se non è così devi trovare il modo di superare la difficoltà. Quando la folla gridava ‘Roger’ io sentivo ‘Novak’. È allenamento mentale…”

Primo, gestione delle emozioni
Novak Djokovic sa che l’emotività può farlo cadere, quindi investe molto nella sua gestione, nel rinforzo delle risorse potenzianti che lo aiuteranno ad accedere a tutte le sue abilità.
Avrebbe potuto accampare scuse: “ho contro un grande campione con più esperienza“. “Il pubblico è tutto dalla sua parte“.
Invece il campione decide di gestire lo stato emotivo, che è il “pezzo” sotto il suo completo controllo!
Secondo, visualizza cosa potrà succedere
La sfera di cristallo non ce l’ha nessuno, ma Novak Djokovic ha studiato il suo avversario, ha un’idea precisa di come gioca e lo visualizza nella mente. Immagina, vividamente, come risponderà al suo gioco. In sostanza, allena il suo cervello all’avversario che andrà ad affrontare.
“Ho provato a giocare il match prima di entrare in campo, di immaginarmi vincitore, penso mi abbia aiutato. Ci sono energie che non vengono solo dal tuo corpo, ma anche dalla tua mente e dalla tua essenza. Per me è sempre una lotta interiore, oggi ho cercato di chiudere fuori di me tutto ciò che mi succedeva intorno. In alcune fasi ho cercato di lottare. Il coraggio deriva dal potere della visualizzazione che si può fare prima. Ho provato a costruirmi lo scenario in cui io potevo essere il vincente”.
Immaginarsi vincente, giocare il match prima di entrare in campo, utilizzare energie che vengono dalla mente. Ecco alcune cose che fanno i veri campioni, iniziano a vincere la lotta interiore alle paure e i dubbi… vanno oltre si vedono vincenti.
Terzo, Novak Djokovic decide cosa ascoltare
Infine racconta che, quando il pubblico gridava Roger, lui sentiva Novak!
Detto in questo modo, forse, può far sorridere, ma se si entra nel merito della strategia è un “trucco” vincente. Il campione decide di dare meno importanza agli incitamenti all’avversario e li utilizza per darsi la carica. Un grandissimo esempio di gestione del focus mentale.
Il Mental Coaching si occupa proprio di questo, apprendere le strategie mentali che funzionano e applicarle al tuo caso specifico, alla tua personalità e al tuo modo di affrontare lo sport.
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